La preparazione ottenuta viene scaldata e mantenuta nel suo stato liquido per poterla applicare accuratamente utilizzando una spatola oppure un pennello.
L'esecuzione pittorica viene successivamente fissata per mezzo del calore. «Si scaldava cera d'api sulla carbonella e la si amalgamava a pigmenti (e a volte resine) la miscela fusa veniva applicata alla superficie con una spatola prescaldata. Infine i colori venivano fatti penetrare nel legno con ferri arroventati, tenuti vicino alla superficie del dipinto».1
E' questa successiva fase di fissaggio a caldo che ci permette di definire pittura ad encausto la tecnica appena descritta.
L'encausto differisce dalla pittura a cera perchè nei dipinti a cera non viene eseguita la fase di fissaggio a caldo.
La tecnica offre un colore intenso e compatto con una buona resistenza all'umidità.
«L'origine e la invenzione di questo sistema di dipingere può essere connessa con l'invenzione della pittura a cera attribuita agli antichi Egiziani come è dimostrato dal pilastro che trovasi nel Museo Egizio di Berlino e che risale al 1400 a.C. Gli antichi erano forse pervenuti ad inventare l'encausto perchè con la cera potevano usare anche quei colori che risultavano difficili ad applicarsi su fondi cretosi e misti all'acqua (Plinio, Cap. XXXV), quali gli smalti, l'indaco, l'orpimento, la porpora e la cerussa».2
- P. Ball, Colore una biografia, ed. Bur, Milano. Pag. 84.
- G. Piva, Manuale pratico di tecnica pittorica, Ed. Ulrico Hoepli, Milano. Pag. 177.
Quando il calore determina una tecnica artistica...