I ritratti delle tombe di Fayum (come anche le decorazioni delle ville di Pompei), in virtù del loro stato di conservazione, sono una delle testimonianze più citate della pittura romana.
I ritratti sono interessanti sotto il punto di vista espressivo (è forte l'influsso stilistico romano), tecnico (presentano pigmenti innovativi) ma soprattutto procedurale (realizzati con la tecnica ad encausto su tavola di legno).
- Valore espressivo: i ritratti, fortemente realistici, accompagnano le mummie egizie di età romana e per questo sono un valido esempio dell'influenza pittorica latina nella cultura egizia del I sec. a.C.
- Valore tecnico: le analisi chimico-fisiche hanno evidenziato la presenza di pigmenti a base di ossidi di ferro, la presenza di minio e l'utilizzo dello stannato di piombo. Sorprende il ritrovamento dello stannato di piombo, questo pigmento verrà ampiamente utilizzato dal Medioevo in poi ma le sue testimonianze in epoca così antica sono rare; anche il silicostannato di piombo rappresenta un altro giallo di rarissima diffusione per questo secolo, questo pigmento si ottiene fondendo ossido di piombo e stagno con la sabbia pura a circa 800°C.
- Valore procedurale: per realizzare questi straordinari dipinti è stata utilizzata la tecnica dell'encausto ricorrendo all'utilizzo della cera d'api come legante. E' interessante citare il procedimento tecnico dell'encausto applicato alla pittura murale descritto da Vitruvio: spalmare sulla parete ben asciutta della cera punica liquefatta e stemperata con un po’ d’olio. Sulla parete si passa poi una sorta di scaldino riempito di brace, al fine di levigare e far penetrare la cera. Infine si passa alla lucidatura con l’ausilio di una candela e di panni puliti.