La paletta per cosmesi del faraone Narmer risale al 3000 a.C. circa.

L'opera è una delle più antiche opere egiziane (alcuni egittologi la considerano la più antica) pervenute a noi. 

La tavoletta di siltite, piatta e decorata a rilievo su entrambi i lati, raffigura il sovrano in due diversi contesti: da un lato Narmer trionfante mentre partecipa ad una processione, dall'altro lato abbiamo il faraone di grandi dimensioni raffigurato al centro della tavoletta.

Si ipotizza che «Narmer fosse in realtà il re Menes dell'Alto Egitto il quale unificò le due parti del regno (Alto e Basso Egitto) ponendo in tal modo le fondamenta per lo sviluppo storico e il destino del regno. Il nemico sconfitto, che Narmer sulla paletta sorregge per i capelli, è un egiziano del Nord e, sull'arbusto di papiro a destra troneggia il falco Horus, una divinitò dell'Egitto settentrionale»1.

L'oggetto era destinato al culto e non ad un uso personale del sovrano.
Le figure umane rispettano i canoni propri di tutti i bassorilievi egizi: la testa, il tronco e le gambe sono rappresentate di profilo, gli occhi, le spalle e il corpo sono rappresentate di fronte.
Queste regole appartengono al codice di rappresentazione egizio utilizzato per secoli per rappresentare la figura umana.

Rispetto altre immagini egiziane la folla e i nemici rappresentati sulla paletta dimostrano maggiore libertà di struttura e di movimento senza sfociare nel naturalismo puro.

  1. F. Baumgart. "Piccola storia dell'arte", Mondadori, Milano, 1976. Pag. 22.

Questa siltite serviva alla preparazione del trucco