Il nome deriva dai termini latini aurum e pigmentum perchè gli alchimisti del mondo antico pensavano, erroneamente, che il colore contenesse davvero dei frammenti del minerale prezioso.
L'orpimento è un pigmento che si ricava dal cristallo di solfuro di arsenico, quest'ultimo veniva utilizzato in pittura già nell'antico Egitto ed era il complementare pittorico della fritta blu.
L'orpimento aveva un costo non indifferente e per questo motivo il suo impiego avveniva prevalentemente per realizzare dipinti dall'elevato valore simbolico. Il giallo intenso poteva essere il protagonista di uno sfondo monocromatico prezioso che toglieva spazio e tempo alla rappresentazione oppure poteva servire per dipingere il colore dell’abito dei soggetti ritratti, le vesti spesso servivano per collocare l’individuo in un determinato gruppo sociale.
L'alto valore del pigmento è riconosciuto anche da Cennino Cennini che lo definisce "resimirigliante all'oro".
Anche se i romani già sapevano della sua tossicità (arrhenicum), l’orpimento è caduto in disuso soltanto nel secolo scorso quando è stato sostituito da altri pigmenti gialli altrettanto brillanti.
Possiamo ammirare un ampio utilizzo del pigmento giallo orpimento in molte opere pittoriche ad esempio nelle pitture pompeiane ma anche nel quattrocentesco "Sant'Agostino" di Cennini.
Qual è una valida alternativa dell'oro in pittura?