cinabro vermiglione medio 1

Il vermiglione deve il suo nome al termine latino vermiculus, piccolo verme, poichè la tonalità è simile al colore che si estrae dalla lavorazione dell'insetto Kermes vermilio.

Il vermiglione veniva in origine chiamato cinabro, dall'omonimo minerale utilizzato sin dal Neolitico per le pitture rupestri, il colore impiegato anche dai greci, dagli egiziani e dai cinesi, a partire dal Medioevo venne sostituito da un cinabro di sintesi al lui molto simile: il rosso vermiglione

Il vermiglione si otteneva da una miscela di mercurio e zolfo che, riscaldata, dava origine a un solfuro di mercurio di colore nero. Questo, dopo aver subito un ulteriore riscaldamento e una serie di trasformazioni, assumeva il classico colore rosso e veniva macinato come pigmento. 

Il pittore Cennino Cennini nel suo testo "Libro dell'arte" dal 35º capitolo affronta il tema del colore e, nei capitoli dedicati ai rossi, troviamo la sintesi alchemica del vermiglione. 

Si pensa che la preparazione del vermiglione trovi le sue antiche origini in Oriente (Cina VIII secolo) con una ricetta tale e quale a quella presente nella tradizione alchemica araba.

Il colore, dal forte potere coprente e colorante, gode di un'importanza storica insostituibile (anche se talvolta fu confuso con il minio) poichè fu con esso che si realizzarono gli incarnati più realistici resi pittoricamente attraverso il color carnicino.

Lo storico dell'arte Daniel Thompson ritiene che l'utilizzo del vermiglione sia stato il punto di partenza indispensabile alla ricerca di colori altrettanto brillanti (tra cui spiccano le lacche impiegate dal XII sec.). 

Il solfuro di mercurio puro, caratterizzato da una forte componente tossica, potendo potenzialmente provocare danni al sistema nervoso centrale, a livello epatico, renale, respiratorio e gastrointestinale viene sostituito da altri composti privi di mercurio.


Deve il suo nome dal latino vermiculus, piccolo verme. Di che colore si tratta?