La storia del blu cobalto ebbe inizio quando il ministro dell'interno francese Jean-Antoine Chaptal incaricò il chimico Louis-Jacques Thénard di trovare un blu di sintesi che potesse concorrere con il costossimo blu oltremare.

Thénard avvio studi ed esperimenti ponendo l'attenzione delle sue ricerche sulle analisi effettuate nel XVIII dal chimico svedese Brandt sullo smaltino medievale dove aveva appunto individuato la presenza di cobalto. 
Fu così che Thénard concentrò le sue ricerche in questa direzione.
«Nel 1802 Thénard sintetizzò un solido blu mescolando sali di cobalto con allumina.
Il suo blu (alluminato di cobalto) aveva una tinta più pura dell'azzurrite, del blu di Prussia o dell'indaco, e fu subito adottato come pigmento.»
Thénard riuscì nel suo intento: il blu cobalto anche se particolarmente costoso si rivelò una valida alternativa al blu oltremare (quello di sintesi disponibile solo dalla metà dell'Ottocento).

«Il blu cobalto è un bellissimo colore, solidissimo. E' il più prezioso nella pittura del paesaggio. Si può mescolare con tutti i bianchi e con tutti gli altri colori fissi. Coi bianchi dà gradazioni azzurre di una luminosità insuperabile. Coi gialli di cadmio si possono comporre bellissimi verdi.»

Nel tempo, il metodo di sintesi con cui veniva prodotto il blu cobalto, venne semplificato permettendone l'estrazione dal minerale naturale stesso. 
Il colore entrò così nel repertorio degli artisti disponibile all'acquisto in due versioni: una più chiara e una più scura.

  1. Ball P. "Colore una biografia", Bur Milano, 2006. Pag. 184.
  2. Piva G. "Manuale pratico di tecnica pittorica" Hoepli Milano. Pag. 55.

Il colore nato dal desiderio di risparmiare