Colore Cremisi o Chermes o KermesIl rosso chermes (o rosso cremisi) è un colorante rosso acceso di origine organica.

Origini

Le radici etimologiche del nome chermes ( in sanscrito "derivato da un verme", in ebraico "scarlatto di verme" ) si legano alla storia della produzione del colorante stesso. 
L'acido chermesico si estrae dai corpi essiccati (pestati e fatti bollire nella lisciva) della femmina di un particolare insetto: il Kermes vermilio

Il Kermes vermilio è un insetto privo di ali che infesta la quercia spinosa, la Quercus coccifera, un arbusto sempreverde diffuso nel bacino del Mediterraneo.
Gli insetti infestano i rami dell'albero disponendosi come grappoli di bacche per nutrirsi della linfa della pianta, questa disposizione ingannevole ha portato gli antichi greci a chiamare il colorante con il nome greco di "bacca" (coccus in latino).
Gli antichi greci non sono stati gli unici ad aver notato la particolare disposizione dell'insetto sulla pianta, infatti, Plino, nei suoi scritti, per definire questo colorante, ha usato anche il termine granum (grano, alludendo alla singolare forma degli agglomerati di insetti infestanti) accentuando l'ambiguità di appellativi con cui il colore è conosciuto nella storia.

Il chermes, in italiano cremisi, nelle altre regioni è conosciuto con diversi termini: quermes in Spagna, cramoise in Francia, e più anticamente "granum" o "bacca".
Questi termini diversi designano un unico colorante rosso vivo particolarmente apprezzato, sin dall'antichità, per tingere i tessuti infatti «i tintori dell'antico Egitto amavano la sfumatura più scura e ricca del chermes».1
In Europa è stato sostituito nei secoli dalla cocciniglia che offre un colore più intenso e "concentrato". 

In pittura

L'acido chermesico è solubile in acqua e il suo utilizzo in pittura dipende necessariamente dalla lavorazione di quest'ultimo per la produzione di "lacca di kermes". 
Lo sviluppo del commercio, durante il Medioevo, ha favorito anche la diffusione delle lacche, ossia di quei colori insolubili già conosciuti nell'antichità ma troppo rari e costosi.
«La lacca si otteneva facendo adsorbire il colorante su particelle solide bianche. Nel caso delle lacche rosse o cremisi bastava aggiungere gesso, oppure biacca, polvere di marmo o gusci d'uovo polverizzati per conferire al pigmento una tinta rosata.»2

«Le lacche cremisi, meno stabili, si sono diffuse a partire dal Rinascimento perché i nuovi leganti come l'olio di lino, dotati di proprietà protettive, ne hanno favorito la diffusione garantendo una maggiore durata nel tempo»3

  1. P. Ball, Colore, una biografia, Bur Rizzoli, Milano. Pag. 78. 
  2. A. Zecchina, Alchimie nell'Arte, Zanichelli, Bologna, 2012. Pag. 91.
  3. Ivi, pag. 92.

Plinio lo chiamò grano. Che colore è?