Il termine Fauves, in francese belve, venne utilizzato per la prima volta, per descrivere questo movimento, dal critico d'arte Louis Vauxcelles che definì la sala espositiva come una "gabbia contenente belve"; un riferimento esplicito all'aspetto selvaggio della loro pittura istintiva e colorata.
Questi artisti non si unirono mai in un gruppo vero e proprio perchè, lavorando in modo indipendente, non si erano posti un programma comune da perseguire che contenesse degli intenti definiti e condivisi.
Per gli artisti fauvisti era importante perseguire una semplificazione delle forme anche attraverso l'uso di marcate linee di contorno delle figure. Le opere, prive di ogni intento prospettico, presentano colori accesi e forzatamente innaturali, spremuti direttamente sulla tela in modo istintivo ed energico.
In questo documento sono riassunti i principali aspetti storico stilistici che hanno caratterizzato il fauvismo.
Tra gli artisti ricordiamo:
- Henri Matisse (1869-1954) maggiore esponente dei Fauves accostò colori puri e accesi. Matisse dipinse semplificando e appiattendo le forme, si distinse anche per i suoi collage su carta;
- André Derain (1880-1954) lavorò con Vlaminick e Matisse, egli utilizzò la tecnica divisionista per esprimere il massimo contrasto tra i colori;
- Maurice de Vlaminck (1876-1958) tra gli artisti più radicali del gruppo;
- Henri Manguin (1874-1949) allievo di Gustave Moreau, pose attenzione alle forme e scelse tonalità tenui;
- Charles Camoin (1879-1965) vicino a Matisse, non aderì mai pienamente alla rivoluzione cromatica fauve perchè conservava una visione naturalistica.