Piove piano, come se il cielo esitasse a parlare. Stringo il bavero del cappotto ed entro nel Museo lasciandomi alle spalle il rumore ovattato della città.
L’interno odora di vernice fresca e legno antico, un contrasto stranamente rassicurante.
Le luci soffuse disegnano riflessi dorati sulle tele appese, come se ogni quadro custodisse un segreto.
Faccio qualche passo osservando i colori che sembrano muoversi con il respiro del luogo. Non cerco nulla, eppure sento che qualcosa, in fondo, mi sta aspettando. Un dettaglio, uno sguardo, forse un ricordo.
La galleria mi avvolge in un silenzio quasi sacro.
[[Cerco Carlos]]
[[Attraverso la stanza perchè sono attratta da un'ombra]]Carlos lavora nella galleria da otto anni, ma il suo accento sudamericano danza ancora in ogni parola. Di solito è nel gabbiotto, tra scartoffie e tazze di caffè, ma stamattina non c’è. La sedia è vuota, la porta socchiusa. Un silenzio insolito aleggia dove lui dovrebbe essere.
[[Lo chiamo ad alta voce ]]
[[Lo cerco nella Sala Gialla]]Chiamo Carlos ad alta voce, più volte. La mia voce rimbalza sulle pareti della galleria, ma nessuno risponde. Nessun passo, nessun rumore oltre il mio respiro.
Il silenzio è spesso, quasi solido. Continuo a chiamarlo, più piano adesso, come se temessi di disturbare qualcosa che non vedo.
[[Abbandono le ricerche e decido di ritornare domani]]
[[Non perdo le speranze, dev'essere qui da qualche parte!]]Nella sala gialla non c’è nessuno. Solo i quadri mi guardano, fermi, silenziosi, come in attesa di qualcosa.
[[Proseguo verso la Sala Verde]]
[[Un rischio che non corro]]Decido di non cercare Carlos. "Forse è in ferie" penso "e se c’è un sostituto in giro? Non ho pagato nemmeno uno straccio di biglietto d'ingresso."
Mi aggiro piano tra le sale, non c'è nessuno. Accelero il passo, cercando di non fare rumore attraverso l’ingresso quasi senza guardare indietro. Lascio la galleria e ripiombo nella città piovosa, dove tutto è grigio, bagnato, familiare. Domani tornerò. Qualcosa qui mi chiama, anche se non so cosa. Forse domani avrò il coraggio di scoprirlo.Sento una voce in lontananza che risponde al mio richiamo.
Distante, la sua voce: “Non muoverti!”
È ferma, decisa. Il mio respiro si blocca. Qualcosa nel tono mi gela.
[[Lo raggiungo correndo]]
[[Rimango ferma e gli chiedo spiegazioni]]Entro nella Sala verde. Le pareti sono rivestite di seta verde, morbida e lucente, che riflette la luce in mille sfumature. L’aria è più fresca qui, come se il colore stesso avesse un respiro. I quadri appesi sembrano respirare insieme alla stanza, sospesi in un silenzio avvolgente.
Carlos non è nemmeno qui.
[[Lo chiamo ad alta voce ]]
[[Abbandono le ricerche e decido di ritornare domani]]Decido di non cercare Carlos. "Forse è in ferie" penso "e se c’è un sostituto in giro? Non ho pagato nemmeno uno straccio di biglietto d'ingresso."
Mi aggiro piano tra le sale, non c'è nessuno. Accelero il passo, cercando di non fare rumore attraverso l’ingresso quasi senza guardare indietro. Lascio la galleria e ripiombo nella città piovosa, dove tutto è grigio, bagnato, familiare. Domani tornerò. Qualcosa qui mi chiama, anche se non so cosa. Forse domani avrò il coraggio di scoprirlo.Non mi interessa ciò che dice. Corro verso Carlos! Lo intravedo armeggiare con alcuni atrezzi anche se lui si sta affrettando a nasconderli.
[[Chiedo a Carlos che cosa sta succedendo]]
[[La situazione mi appare insolita, con calma dico a Carlos che può parlare con me]]Sono ferma, immobile, tra una stanza e l'altra del Museo.
"Carlos, dove sei? Che cosa succede?"
Sento rumori secchi: qualcuno sta spostando oggetti di metallo e legno, con urgenza e poi un susseguirsi di passi veloci che si avvicinano, è lui! Eccolo, finalmente!
[[Chiedo a Carlos che cosa sta succedendo]]
[[Faccio finta di nulla]]
Chiedo spiegazioni a Carlos e lo fisso con uno sguardo preoccupato.
Carlos sembra turbato, lo noto subito. Mi guarda brevemente, poi sospira.
Non l'ho mai visto così lontano e distaccato. Mi dice che nel Museo recentemente sono entrati molti operai e tecnici, per valutare il rifacimento dell’impianto di riscaldamento.
[[Spiego a Carlos che non c'è nulla di strano in tutto questo.]]
[[Chiedo maggiori informazioni]]Carlos si avvicina, gli sorrido e lui mi saluta con un sorriso che non raggiunge gli occhi. Camminiamo insieme verso l’ingresso, in silenzio. Poi, all’improvviso, si ferma e mi guarda: "Sono molto turbato," dice, la voce bassa "e non so di chi posso fidarmi per chiedere aiuto".
[[La situazione mi appare insolita, con calma dico a Carlos che può parlare con me]]
[[Tranquillizzo Carlos ma lo avviso che non sono mai stata brava a dare consigli]]"Vieni a vedere!" insiste, poi aggiunge Carlos aggiunge "Ho trovato un quadro fissato sulla catenella in un punto diverso rispetto al suo posto originale." Mi guarda serio, quasi contrariato."Ma chi l’ha spostato?"
[[Dico: "Non ci farei troppo caso, forse è stato necessario che gli operai lo spostassero per prendere alcune misure"]]
[[Rispondo curiosa: "Fammi vedere immediatamente!"]]Lo guardo negli occhi e dopo averci pensato un po' gli confesso:
"Carlos, mi dispiace, in questi giorni ho avuto molti pensieri al lavoro... Abbiamo avuto dei controlli fiscali e ho la testa altrove.
Davvero, ma non ce la faccio a gestire una faccenda grossa proprio ora. Spero capirai, ti prometto che appena risolvo i guai che abbiamo in sospeso al lavoro ritornerò la tua fedele amica e ti ascolterò con più attenzione."Carlos dice "Ho notato un particolare, un dettaglio che... Non lo so, forse dovrei fartelo vedere per spiegarmi meglio".
[[Rispondo curiosa: "Fammi vedere immediatamente!"]]
[[Mi faccio raccontare di che cosa si tratta]]Mi faccio raccontare di che cosa si tratta, mi guarda serio e mi dice che ha notato un insolito cambiamento all'interno di una sala del Museo.
Si tratta di un piccolo dettaglio, quasi insignificante, Carlos mi sorprende concludendo il suo discorso con questa frase: "I quadri non si spostano da soli!"
[[Rispondo curiosa: "Fammi vedere immediatamente!"]]
[[Capisco che è qualcosa di grosso e non voglio immischiarmi]]"Forse hai ragione" Risponde Carlos.
Alla fine decidiamo di non pensarci troppo.
Probabilmente è solo una sciocchezza, diciamo entrambi.
Io sorrido, provo a sdrammatizzare. Carlos annuisce, ma nei suoi occhi resta un’ombra. Dice che qualcosa non lo convince del tutto. Cerco di rassicurarlo, anche se capisco che dentro non è tranquillo, ci conosciamo da anni e non mi sfugge nessuna sua espressione.
Ci dirigiamo verso l'ingresso in silenzio e decido di seppellire questa sua preoccupazione per non accollarmi anche questi suoi nuovi problemi.Carlos mi prende per un braccio e mi porta di fronte ad un quadro che descrive un paesaggio. L'opera dipinta ad olio su tela ha un'elegante cornice dorata.
“Fissalo bene,” dice serio.
[[Mi concentro sulla lucidità caratteristica dei dipinti ad olio su tela]]
[[Osservo con attenzione la cornice]]Guardo la cornice con attenzione, è di legno di pino su cui è stata applicata la foglia d'oro. Passo lo sguardo lungo i bordi, osservo ogni dettaglio. Niente mi sembra fuori posto. Nessun graffio, nessun segno. I listelli di fronte a me sono perfetti.
Carlos mi fa notare che il quadro è appeso troppo in basso.
Mi spiega che i 160 centimetri, che corrispondono all'altezza media dello sguardo dell'osservatore, devono essere misurati dal centro del dipinto non dall'altezza del gancio!
E' vero! Non ci avevo pensato!
[[Noto alcuni utensili sul pavimento, prendo il metro per avere conferme.]]
[[Mi fido di Carlos]]Il paesaggio mostra colline morbide illuminate dal tramonto, con campi dorati e alberi mossi dal vento. Un fiume serpeggia tranquillo, attraverso una moltitudine di velature trasparenti il pittore ha descritto in modo estremamente realistico il riflettesso del cielo infuocato.
Carlos mi chiede se ho notato qualcosa.
Rispondo di no, con un po’ di esitazione, allora lui si avvicina al quadro, alza il dito indice verso l'alto e mi dice di guardare la cornice.
[[Osservo con attenzione la cornice]]
[[Lo guardo e chiedo "Devo cercare qualcosa di strano sulla cornice?"]]"Hai ragione! Non è sulla cornice, si tratta della catenella su cui è appeso. Sai bene che l'altezza del punto di vista di una persona di media statura è di 160 centimetri da terra. Tu dove appenderesti il quadro?"
[[Rispondo: "Ovviamente metterei il gancio per appendere la tela a 160 centimetri da terra!"]]
[[Rispondo: "Vorrei tenere il centro del quadro di fronte all'osservatore, c'è da prendere le misure e mettere il centro del quadro a 160 centimetri da terra!"]]So come appendere correttamente i quadri perché ho arredato personalmente casa mia. Ho scelto con cura ogni posizione, valutando altezze, proporzioni e luce. Ogni quadro ha il suo posto, studiato con attenzione.
L'altezza insospettisce, per questo nasconde certamente qualche manomissione.
[[Proponi di indossare dei guanti bianchi e di spostare la tela per sottoporla ad ulteriori indagini.]]
[[Noto alcuni utensili sul pavimento, prendo il metro per avere conferme.]]Il gancio a 160 centimetri da terra mi permetterebbe di fissare l'altezza media. La catenella che pende dal soffitto è ferma e lucida. Il gancio si colloca perfettamente ad un'altezza che a spanne considero approssimativamente essere di 160 centimetri. Carlos mi fa notare che il quadro è appeso troppo in basso.
Mi spiega che i 160 centimetri, che corrispondono all'altezza media dello sguardo dell'osservatore, devono essere misurati dal centro del dipinto non dall'altezza del gancio!
E' vero! Non ci avevo pensato!
A questo punto...
[[Proponi di indossare dei guanti bianchi e di spostare la tela per sottoporla ad ulteriori indagini.]]
[[Noto alcuni utensili sul pavimento, prendo il metro per avere conferme.]]Io e Carlos usiamo un flessometro giallo e nero.
Misuriamo con cura i lati del quadro, poi stimiamo un centro e lo individuiamo in un punto preciso del paesaggio, proprio sul fiumiciattolo. Da lì, facciamo scorrere il nastro fino al pavimento. Lui legge i numeri ad alta voce mentre io tengo fermo il metro. Procediamo con attenzione senza toccare la tela.
Quando il flessometro tocca il parquet intarsiato grida: "Dal centro sono 100 centimetri!"
"Troppo basso. C'è stata chiaramente una manomissione, una violazione del Regolamento, qualcuno ha spostato il quadro" conferma Carlos calmo e sicuro.
[[Proponi di indossare dei guanti bianchi e di spostare la tela per sottoporla ad ulteriori indagini.]]
[[Propongo di allertare le forze dell'ordine.]]"Prendiamo le misure assieme?" propone Carlos.
[[Noto alcuni utensili sul pavimento, prendo il metro per avere conferme.]]
[[Propongo di allertare le forze dell'ordine.]]Carlos si allontana in silenzio e ritorna con un paio di guanti bianchi. Li indossa lentamente, con cura. Insieme ci dirigiamo verso una stanza adibita ad archivio.
Lì, con voce calma, mi chiede di stendere un lenzuolo bianco trovato tra i documenti. Lo poggio sul tavolo. Lui sistema il dipinto sopra il lenzuolo.
Lo osserviamo in silenzio.
Il quadro non presenta anomalie, almeno ad una prima valutazione.
[[Giri il quadro per controllare il retro]]
[[Cerchi nell'archivio i documenti relativi all'opera]]"Un quadro spostato? Non è abbastanza, dobbiamo avere ulteriori informazioni per avviare una segnalazione."
"Hai ragione, potremmo indossare un paio di guanti e analizzare la tela con più attenzione magari con un'illuminazione adeguata!"
Carlos si allontana in silenzio e ritorna con un paio di guanti bianchi.
Li indossa lentamente, con cura.
Insieme ci dirigiamo verso una stanza adibita ad archivio. Lì, con voce calma, mi chiede di stendere un lenzuolo bianco trovato tra i documenti. Lo poggio sul tavolo. Lui sistema il dipinto sopra il lenzuolo.
Il quadro non presenta anomalie, almeno ad una prima valutazione.
[[Giri il quadro per controllare il retro]]
[[Cerchi nell'archivio i documenti relativi all'opera]]Carlos, continuando ad indossare i guanti bianchi, gira delicatamente il quadro.
La tela misura 100 centimetri per 70 centimetri di altezza, la cornice di legno la rende difficile da maneggiare.
Si muove con cautela. Osserva il retro con attenzione, come se cercasse qualcosa.
Me ne accorgo io per prima!
Faccio un balzo e Carlos mi guarda sorpreso.
La cornice svela parte del mistero. Gli indico...
[[Gli indico con il dito indice gli angoli a 45 gradi.]]
[[Punto alle aste in legno di pino.]]Aprire gli archivi per cercare la scheda ICCD dell’opera sarebbe inutile se non sappiamo esattamente cosa cercare.
Servono più elementi per avviare una ricerca efficace e mirata.
[[Giri il quadro per controllare il retro]]
[[Gli indico con il dito indice gli angoli a 45 gradi.]]
Io e Carlos decidiamo di andare a controllare le videocamere di sorveglianza. Andiamo nel piccolo ufficio, accendiamo il monitor e iniziamo a scorrere le registrazioni. Lui è teso, io curiosa. Cerchiamo il momento esatto in cui la cornice viene cambiata. Forse, finalmente, capiremo chi l’ha sostituita.
Le registrazioni sono lunghissime, propongo così di concentrarci su un dettaglio che potrebbe aiutarci a capire chi ha compiuto il furto.
[[L'altezza del dipinto può aiutarci]]
[[E' ora di contattare le forze dell'ordine]]La scheda ICCD è un documento utilizzato in Italia per la catalogazione dei beni culturali, secondo gli standard dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), che fa parte del Ministero della Cultura.
Queste schede servono a raccogliere e organizzare informazioni dettagliate sulle opere d’arte.
La scheda che stiamo cercando non si trova, l'archivio è troppo in disordine.
[[Riguardiamo i filmati della videosorveglianza->Fine3]]
[[Aiuto Carlos a mettere in ordine]] La tecnica di incastrare gli angoli a 45 gradi è relativamente recente. Un dipinto del Cinquecento con cornice originale non potrebbe presentare un taglio di questo tipo, perché all’epoca si utilizzavano giunzioni diverse, meno precise, spesso semplici sovrapposizioni o incastri più rudimentali, tipici della falegnameria antica.
[[La prima cosa da fare è guardare le registrazioni delle videocamere di sorveglianza.]]
[[E' il momento di cercare nell'archivio i documenti relativi all'opera.]]"Guarda bene, quello che stavamo cercando non è nelle aste!" porto la sua attenzione sugli angoli a 45 gradi della cornice. E' ben evidente il perfetto montaggio a 45 gradi.
"La cornice è stata sostituita da qualcuno!"
La tecnica di incastrare gli angoli a 45 gradi è relativamente recente. Un dipinto del Cinquecento con cornice originale non potrebbe presentare un taglio di questo tipo, perché all’epoca si utilizzavano giunzioni diverse, meno precise, spesso semplici sovrapposizioni o incastri più rudimentali, tipici della falegnameria antica.
[[La prima cosa da fare è guardare le registrazioni delle videocamere di sorveglianza.]]
[[E' il momento di cercare nell'archivio i documenti relativi all'opera.]]
Il quadro è appeso così in basso che solo una persona di bassa statura potrebbe averlo collocato lì.
La posizione insolita suggerisce un gesto condizionato dall’altezza di chi l’ha fatto.
Chiedo a Carlos se tra le persone che hanno visitato il Museo nell'ultimo periodo ha notato qualcuno di particolarmente basso o un episodio che lo ha colpito.
"In effetti, ieri è successo qualcosa di strano" Carlos mi racconta che ieri, tra le tre e le quattro, ha visto un operaio entrare al Museo senza tesserino. Ripreso ha detto di averlo dimenticato e che avrebbe chiamato il figlio per portarglielo. Il figlio, piuttosto basso, è arrivato dopo un'oretta ma ha detto di aver cercato a casa ma di non aver trovato il tesserino di riconoscimento del padre. I due sono rimasti a parlarlare a lungo.
"E scommetto non solo a parlare!" rispondo.
[[Riguardiamo i filmati della videosorveglianza->Fine3]]
[[E' ora di contattare le forze dell'ordine]]
Carlos toglie i guanti, impugna il cordless del museo con gesto deciso.
Compone il numero delle forze dell’ordine e, con voce ferma ma carica di tensione, spiega che ha notato qualcosa di strano: la cornice di un quadro esposto non è quella originale.
Carlos viene ascoltato, al termine la Polizia concorda con Carlos un appuntamento per il giorno successivo. Vogliono verbalizzare tutto. Lui annuisce, pronto a raccontare ogni dettaglio utile per la denuncia ufficiale.
[[Io fremo, voglio che Carlos si presenti con il caso praticamente risolto]]
[[Aiuto Carlos a mettere in ordine]]Ricordo che il quadro è stato appeso troppo in basso e credo che questo sia un indizio.
Purtroppo mi sono lasciata sfuggire le occasioni per insistere con le domande a Carlos. Ora me ne rendo conto, ma è tardi.
Forse avrei potuto approfondire, fare domande, cercare risposte. Invece lascio stare, ormai le forze dell'ordine sono state allertate decido di chiudere qui, accettando che alcune cose, semplicemente, restano sospese e senza una spiegazione precisa.Io e Carlos appendiamo il quadro nel suo posto cercando di prestare la massima attenzione. Lo posizioniamo all’altezza corretta.
Una volta fissato, mi occupo di riporre con cura le schede ICCD che abbiamo estratto nel raccoglitore, assicurandomi che restino in ordine e facilmente reperibili per eventuali consultazioni future.
Si è fatto tardi e questo pomeriggio mi ha regalato troppe emozioni.
Saluto Carlos con un sorriso sincero. Gli prometto che ci rivedremo domani. Lui annuisce, ci scambiamo uno sguardo d’intesa, poi mi allontano piano.Io e Carlos guardiamo i filmati di sorveglianza, concentrandoci sull’intervallo tra le 16 e le 17.
Ad un certo punto vedo chiaramente l’operaio di cui mi parlava Carlos avvicinarsi al quadro, prendere l’opera, smontare con calma la cornice originale e sostituirla con un’altra che teneva nascosta nella borsa.
Poi, avvolge il bene rubato in una custodia di tessuto e lo ripone con cura nella sua borsa di lavoro che però sembra non contenere molti attrezzi. Poco dopo affida al figlio il quadro con la cornice falsa. Il figlio basso di statura appende il quadro con la cornice falsa di fronte a sè.
Una cornice cinquecentesca, da sola, non avrebbe attirato l’attenzione come il furto dell’intero quadro. Più facile da piazzare, avrebbe potuto fruttare ai due un bel gruzzoletto.
La registrazione smaschera inequivocabilmente i due ladri e rappresenta una prova decisiva che potrà essere utilizzata per incastrarli di fronte alla Polizia.Sono sicura di aver visto un'ombra scura, ha appena attraversato il corridoio in fondo alla Sala Gialla.
"Carlos, sei tu?"
Nessuno risponde, un silenzio assordante mi pietrifica.
Improvvisamente sento dei rumori insoliti, sembrano atrezzi di ferro e legno che vengono spostati. Qualcuno sta spostando oggetti di metallo e legno.
Carlos, è Carlos! Riconosco la sua voce mentre farfuglia qualcosa in sudamericano ma ancora non lo vedo.
[[Chiedo a Carlos che cosa sta succedendo]]
[[Non perdo le speranze, dev'essere qui da qualche parte!]]Carlos risponde: "Ma non è solo il via vai di persone! Ieri in galleria ho notato un dettaglio che mi ha preoccupato. Non ho dormito stanotte."
[[Capisco che è qualcosa di grosso e non voglio immischiarmi]]
[[La situazione mi appare insolita, con calma dico a Carlos che può parlare con me]]#Il furto
##Un'avventura testuale di Serena Comar
[[Inizia a giocare->Mi rifugio in galleria]] Carlos si ritrae all'improvviso, forse ha inteso che non voglio immischiarmi nelle sue faccende personali e cambia improvvisamente discorso.
A questo punto non posso più scoprire cosa voleva raccontarmi.