Il termine "pitture pompeiane" si riferisce alle affascinanti opere pittoriche scoperte nelle antiche città romane di Pompei ed Ercolano.
Pompei ed Ercolano sono due città che vennero sepolte sotto una spessa coltre di cenere vulcanica durante l'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che conservò in modo eccezionale gli edifici, le strade e gli oggetti quotidiani dell'epoca romana
Gli affreschi rinvenuti in queste due città sono ben conservati e ci offrono una preziosa finestra sulla vita e sulla cultura romana dell'epoca.
Le pitture pompeiane venivano realizzate ad affresco, a tempera o ad encausto. Le pitture decoravano gli interni delle case o dei luoghi pubblici e stupivano per vivacità cromatica resa attraverso l'utilizzo di numerosi pigmenti colorati, tra cui minerali come l'ocra, il cinabro e l'azzurrite.
I temi delle pitture pompeiane spaziavano dai miti e dalle leggende classiche alle scene di vita quotidiana, dalle nature morte agli elementi architettonici illusori che creavano l'illusione di prospettiva e spazio.
Le scene di vita quotidiana erano particolarmente comuni e mostravano scene di banchetti, spettacoli teatrali, scene di caccia e attività commerciali.
Le pitture pompeiane si suddividono in quattro fasi stilistiche:
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Stile primo pompeiano (circa 200-80 a.C.): caratterizzato da influenze ellenistiche, presenta scene mitologiche, paesaggi e elementi architettonici dettagliati.
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Stile secondo pompeiano (circa 80-15 a.C.): si caratterizza per una maggiore enfasi sulla prospettiva e sull'ombreggiatura, creando l'illusione di profondità e rilievo.
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Stile terzo pompeiano (circa 15 a.C. - 60 d.C.): introdusse una maggiore varietà di colori e dettagli, spesso con dipinti complessi che ricoprivano intere pareti.
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Stile quarto pompeiano (circa 60-79 d.C.): segnato da un'estrema raffinatezza e sfumature cromatiche, con rappresentazioni di paesaggi idilliaci, divinità e feste.
Perché le chiamiamo pitture pompeiane?