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Il rosso pompeiano deve il suo nome ad una particolare tonalità di rosso tipizzata dopo il ritrovamento dei dipinti romani rinvenuti ad Ercolano e Pompei, il suo colore, acceso e brillante, si rivela la vera novità stilistica che caratterizza gli affreschi presenti nelle ville pompeiane.
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I colori-pigmento subiscono le leggi cromatico/visive imposte dalla sintesi sottrattiva e non quelle leggi imposte dalla sintesi additiva che si possono applicare solamente ai colori-luce.
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I colori-luce fondamentali sono tre, si tratta di colori-luce che non si possono ottenere per sovrapposizione ma ci permettono di ottenere tutti gli altri colori presenti in natura.
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Le ombre non sono nere o grigie come erroneamente si pensa: l'ombra ha un colore proprio legato alla luce che riceve e alle caratteristiche della superficie del corpo su cui è proiettata.
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Le tessere musive dorate sono realizzate aggiungendo ad una lastra di vetro una sottilissima lamina di metallo aureo battuto, a cui veniva sovrapposta un'altra lastra di vetro trasparente con funzione di rivestimento protettivo.
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Il blu egizio o fritta blu è un azzurro ampiamente utilizzato dagli antichi egizi e successivamente anche dai romani che lo apprezzarono chiamandolo blu ceruleo.
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Dal 1800 la pittura ad olio, caratterizzata da lunghi tempi di preparazione in atelier, subisce uno stravolgimento dopo l'avvento dell'industrializzazione.
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La frammentazione del colore è la principale caratteristica tecnica della pittura impressionista: le pennellate e i tocchi pittorici vengono giustapposti con rapidità.
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I colori primari sono: giallo primario, magenta e ciano. I tre colori sono chiamati primari perchè sono indivisibili e dalla loro unione possiamo ottenere tutte le altre cromie.
Ciascun colore primario ha un complementare corrispondente che si ottiene dalla somma degli altri due primari, il colore complementare è sempre un colore secondario.
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