William Henry Perkin (1838-1907) nel marzo del 1856 stava lavorando alla ricerca di un farmaco antimalarico a base di chinino.
Lo studente del Royal College of Chemistry aveva solo diciotto anni e già si dedicava alla ricerca medico scientifica eseguendo esperimenti in laboratorio.
Durante uno degli esperimenti, cercando di sintetizzare il chinino, ottenne una sostanza di colore cupo, uno di quei precipitati fallimentari come ne capitano tanti in laboratorio e che di solito vengono buttati.1

Lo studente si rese subito conto che poteva ottenere un violetto sorprendente dissolvendo il residuo nell'alcol. Inizialmente Perkin provò il colorante sulla seta per verificarne la stabilità: il colorante si rivelò stabile alla luce, allo sfregamento e ai lavaggi.

Perkin, attraverso il suo esperimento, ottenne la prima tintura sintetica della storia. 
Si tratta di un colorante creato senza ricorrere a materie prime vegetali o animali, non un pigmento per l'arte ma un colorante per tessuti che apre le porte ad uno dei più grandi business della modernità:la moda.2 

Il colorante venne brevettato con il nome di porpora di anilina e sin da subito venne prodotto su larga scala diventando un colore di grande successo per l'epoca anche in risposta alla moda lanciata dall'abito della regina Vittoria che partecipò al matrimonio della figlia indossando un abito color malva, una nuance inedita3 ottenuta appunto con la mauveina.

  1. Garfeld S. "Il malva di Perkin" Hoepli, Milano, 1999.
  2. Falcinelli R. "Cromorama" Einaudi, Torino, 2017 pag. 117.
  3. Ivi, pag. 118.

Cercando il farmaco per la malaria scoprì il colore...